mercoledì 26 marzo 2008

Consiglio della zia Banshee: tutorial di grafica

http://www.grafica3dblog.it/index.php/tag/photoshop

Consiglio della zia:
andate a darci un occhio!
Almeno per essere aggiornati se non per imparare qualche trucchetto ;)

La scelta del pelo e del pennello in base all'utilizzo: Forme e consigli


Che testa di pennello utilizzare?

(gran bella domanda perchè di solito si finisce per usare sempre i soliti)

Generalmente i pennelli sono suddivisibili, in base alla forma della loro testa, in tre categorie: piatto, rotondo e a lingua di gatto. Tuttavia esistono tantissime forme e misure diverse. Inoltre, non è raro che l'artista arrivi a creare una propria forma di pennello, modificando quelli in commercio per adattarli alle proprie esigenze. vediamo insieme le peculiarità delle varie forme di pennelli.

Pennello piatto o a testa piatta:

I pennelli piatti sono utilizzati per coprire vaste aree di colore, senza ottenere effetti particolari. Quando sono usati di profilo possono eseguire linee anche sottili. Sono pennelli ideali per la verniciatura, anche se si adattano egregiamente a svariate tecniche, tra cui certamente la pittura a olio e acrilica. La lunghezza del pelo può variare a seconda delle marche e dei modelli: quando il pelo è corto (pennello piatto a testa corta, anche detto «bright»), allora è possibile ottenere maggiore precisione.
In commercio vi sono pennelli piatti sia con manico lungo sia con manico corto: il manico corto è più adatto a eseguire dettagli di precisione.
Questi pennelli possono essere più o meno rigidi, secondo la tipologia di pelo.

Pennello tondo o a testa arrotondata:

I pennelli tondi sono molto versatili e permettono di ottenere un'enorme varietà di segni. Abitualmente sono molto morbidi, specie quando di pelo di martora. La loro forma è tale da permettere una perfetta stesura del colore denso, spesso usato nei dettagli più fini o nell'ultima fase delle tecniche di velatura. Sono pennelli adatti a tutte le tecniche pittoriche e sono commercializzati sia a manico lungo sia a manico corto.

Pennello a lingua di gatto o a testa piatta arrotondata:

Una particolare categoria di pennelli a testa piatta, detta pennelli a lingua di gatto, ha la caratteristica di avere i bordi arrotondati (una via di mezzo tra i pennelli tondi e piatti), pertanto capace di consentire una stesura più fluida e controllata del colore. I pennelli a lingua di gatto sono formati da pelo morbido, un pò più corto rispetto agli altri tipi.

In sintesi, scegliere il pennello secondo la tecnica:


Utilizzo per tecniche di acquerello, tempera, hobbystica in genere:

Pennello tondo, corto e a punta finePennello tondo corto con punta fine. Ideale per i ritocchi e le finiture. Per l'acquerello consigliamo il pelo di martora, mentre per l'hobby è adeguato anche il pelo sintetico. Per la tempera anche il pelo di bue offre buone prestazioni. Pennello tondo con punta extra finePennello tondo con punta extra fine. Ideale per chi è alla ricerca di un tratto preciso e rapido. Un buon pennello per dettagli minuziosi, per scrivere e per definire. Quando composto da pelo di martora si trasforma in un ottimo strumento di precisione e affidabilità. Pennello tondo a punta finePennello tondo con punta fine. È anch'esso adatto a dettagli e finiture, ma con la particolarità di avere un tratto mobido. La sua morbidezza è particolarmente gradita quando si eseguono dettagli di ampia dimensione. Ha una buona capacità di trattenere il colore, rilasciandolo gradualmente (soprattutto se in pelo di martora). Pennello a testa piattaPennello piatto. In commercio sia nella versione a manico corto, sia nella versione a manico lungo. È adatto per eseguire sfondi di medie dimensioni, ma anche per gli inchiostri. Può essere usato di piatto, per ottenere una grande stesura, oppure di taglio, per eseguire linee o campiture. Pennello a ventaglioPennello a ventaglio. È un pennello indispensabile per chi ama eseguire velature. Ha un'estrema flessibilità, data dalla disposizione fine a ventaglio del pelo. È indicato per eseguire effetti a macchia, sfumature e velature.

Utilizzo per tecniche di pittura a olio e con colori acrilici:

Pennello tondo normalePennello tondo normale. Questo pennello è adeguato per dettagli, ritocchi e finiture. Nelle tecniche di pittura a olio e con acrilici i pennelli a testa tonda hanno spesso un utilizzo marginale. Diverso è il caso per i colori miscibili in acqua, di recente invenzione. Coi colori miscibili in acqua l'utilizzo dei pennelli tondi è più indicato. Pennello a lingua di gattoPennello a lingua di gatto. È adatto a ritocchi, finiture e velature di piccole dimensioni. Ha un tratto morbido, essendo arrotondato negli angoli e avendo il pelo con spessore sfumato verso la punta. Pennello piatto a testa cortaPennello piatto a testa corta. Un pennello che si presta bene per la stesura, i ritocchi e fondi, specie se con colore diluito. È un tipo di pennello dotato di precisione, in quanto la testa corta gli conferisce più stabilità e rigidezza. Pennello a testa piattaPennello a testa piatta. Questo tipo di pennello è adeguato alla stesura, all'esecuzione di spessori, di fondi e per la tecnica delle velature. È un pennello molto versatile, anche se non adeguato a particolari utilizzi. In commercio si trovano sia la versione a manico lungo sia la versione a manico corto (per utilizzi di maggiore precisione). Pennello a testa piattaPennello a ventaglio. Anche per i colori a olio e acrilici, questo pennello è indispensabile per ottenere effetti a macchia, sfumature e velature. Il tratto velato, striato o multiplo che è possibile ottenere è caratteristico di questo pennello. Può essere usato anche di lieve profilo.

La scelta del pelo in base all'utilizzo del pennello -ma lasciatevi consigliare il pennello in base alla tecnica si ma dovete anche "sentirvelo" se capite cosa intendo, se no cocchi di mamma fregatevene delle regole!!-

Acquerello: bue, martora, sintetico.
Olio e acrilico: bue, martora, setola bianca, sintetico.
Ceramica: bue, martora, vaio.
Restauro: bue, martora, setola bianca.
Doratura: bue e vaio.
Hobby: sintetico.
Usi speciali: per la scrittura con pennelli sono da preferire quelli con pelo di martora (tondi e sottili). In grafica sono utilizzati pennelli, sia sintetici sia di martora, sempre tondi, ma di dimensioni più sostenute.

Alcuni consigli:

pulisci sempre i pennelli al termine dei lavori. Vi sono in commercio particolari saponette realizzate con gli stessi materiali che sono usati per sciogliere e amalgamare i colori a olio: sono particolarmente adatte alla pulizia e al mantenimento del pennello. Prima di pulire i pennelli con un solvente o nell'acqua tiepida (a seconda del colore usato), elimina quanto più colore puoi aiutandoti con uno straccio (movimento dalla ghiera verso la punta del pennello);
• i pennelli devono essere riposti senza che la punta possa toccare superfici che li possano incurvare. Prima di riporre il pennello, quando è ancora umido, con le dita riportalo alla sua forma originaria;
• i pennelli NON devono mai essere chiusi, in quanto necessitano di aria per poter durare integri nel tempo;
• sebbene può farti sorridere, i peli dei pennelli invecchiano con il tempo diradandosi e perdendo tono. Per questo è importante rimodellare il pelo con le dita inumidite, oppure con una soluzione di acqua e balsamo per capelli, dopo ogni lavaggio per pulizia.

il prolungamento del pensiero dell'artista:pennelli,Tipologie, parte 2


Tipologie e numerazione dei pennelli:

Sono presenti sul mercato una grande quantità di modelli e tipi di pennelli classificati per numeri.
In base alla loro dimensione, possiamo dire che sono classificati attraverso numeri crescenti in base alla dimensione della punta: più il numero è grande e più grande sarà la punta. Ogni marca ha la propria classificazione, che tendenzialmente va da 0 (oppure 000) a 28.
In base alla loro composizione, possiamo distinguere i pennelli in:
pennello sintetico (fibre di poliestere), che può essere di varie qualità: la più bassa è adatta ai bambini, per esempio nei lavori eseguiti a scuola (sono i pennelli più economici), mentre la qualità più alta è adatta ai professionisti.
I pennelli sintetici, quando di ottima qualità, trovano largo uso nella tecnica dell’acrilico. Sono elastici e flessibili, resistono anche dopo l'uso prolungato, conservando perfettamente la forma. Sono spesso usati anche nella tecnica dell’olio e della tempera. Le sottili fibre sintetiche di cui sono composti li rendono indicati per stesure uniformi, campiture piatte o esecuzioni di dettagli.
pennello animale può essere formato da peli di martora, di bue, di vaio (una specie di scoiattolo), di capra, di tasso oppure di setole di maiale. I pennelli con pelo animale sono di qualità migliore e resistono più a lungo.

Vediamo i diversi tipi di pelo di animale e il loro utilizzo appropriato.
Pennello con pelo di bue: (di colore nero, bruno o marrone) con questi pennelli è possibile usare qualunque pittura. Costano un pò di più rispetto ai pennelli sintetici, ma durano molto di più e sono più semplici da tenere puliti. L’estrema versatilità di questi pennelli assicura sempre ottimi risultati nell’applicazione delle diverse tecniche pittoriche e decorative. Sono robusti e flessibili, mantengono bene la forma anche dopo l'uso prolungato. Sono particolarmente indicati per la pittura a olio e per tutte le tecniche «a corpo». Pennello con setola di maiale: sono molto rigidi e robusti, pertanto sono piatti. Sono consigliati per la preparazione di abbozzi, trovano largo impiego nella pittura a olio, a tempera e acrilica.
Vista la dimensione delle setole, sono usati nelle tecniche «a corpo» e a spessore dove è necessario far risaltare le tracce della pennellata.
Pennello con pelo di martora: (di colore bruno dorato e lucente, con punte che tendono a tonalità più scure) è ottenuto dal pelo della coda della martora. Questo pelo si distingue per la sua morbidezza e la sua duttilità. Il più diffuso tra i peli di martora è quello della martora rossa, di alta qualità. Troviamo poi, tra i peli pregiati a uso professionale, quello Kolinsky (ottenuto dalla coda della «mustela sibirica» maschio, raccolto esclusivamente nella stagione invernale) e il tanto preziosissimo, quanto costosissimo, Tobolsky. Il pelo dei pennelli di martora Kolinsky, di origine russa, garantisce al pittore elasticità e morbidezza fuori dal comune. L’eccezionale capacità di trattenere acqua, mantenendo inalterata la punta, rende questi pennelli insostituibili strumenti per la tecnica dell’acquerello. Il pelo, sottile e compatto, non lascia tracce sul supporto, per questo è molto usato anche per la pittura su seta, per il modellismo e nel ritocco.
Pennello con pelo di vaio: sono usati i peli della coda di vaio, che sono molto morbidi, lucidi e elastici.
Distinguiamo il vaio del Kazan e Amur, che fornisce il pelo più pregiato, il vaio Azzurro (molto morbido con punte sottili) e il vaio canadese, dotato di ottima elasticità. Sono utilizzati nelle tecniche di acquarello e oro (vaio canadese e azzurro), in quella della decorazione di porcellana e vetro (vaio del Kazan e Amur)
Questi pennelli sono l'ideale nella decorazione della ceramica quando s'intende ottenere l'effetto «marmorizzato». Sono molto usati anche nella cosmetica professionale, per la loro tenerezza e affidabilità.
Pennello con pelo di capra: pennello con punta molto soffice, di colore bianco o grigio in natura, anche se è spesso tinto di color nero per esigenze estetiche e commerciali. È molto usato in cosmetica. Su ceramica e porcellana è usato come tampone o bombasino.
Pennello con pelo di tasso: questo tipo di pennello (piatto e largo) è molto costoso e particolarmente adatto per le sfumature. Per questo è usato nella la tecnica della battitura, una tecnica antica molto usata dagli ebanisti. La battitura permette di ottenere una superficie perfettamente liscia, senza alcun segno di pennello, grazie alla conformazione del pelo, sdoppiato in punta come una bandierina, che permette un effetto molto morbido. La battitura può essere eseguita anche con pennelli da stencil non troppo duri, in pelo di bue, che lasciano una leggera trama puntinata. La battitura si esegue come ultima mano, picchiettando verticalmente il pennello prima che il colore sia asciutto: il colore fresco tenderà a spianarsi nuovamente, livellandosi, mentre se il colore è già in parte asciutto, spariranno i segni delle pennellate, dando spazio all’effetto puntinato. In questa tecnica è importante che i pennelli siano perfettamente asciutti e puliti: scarica il colore in eccesso.

Pennelli Serie 7 W&N Martora Kolinsky: che vuoi che siano quattro peli!


Pennelli Serie 7 W&N Martora Kolinsky. Il mito!
La serie 7 della Winsor & Newton, è la più celebre e prestigiosa serie di pennelli in pelo di martora, assolutamente Inglese e largamente utilizzata e consigliata dai professionisti del restauro e dell'illustrazione, dagli acquarellisti, per la pittura su porcellana e pure dagli odontotecnici!
Ogni un tot di tempo che può variare tra i 6 mesei e i due anni all'utilizzo che se ne fa bisogna rifarsi il guardaroba dei pennelli e di rito tutti si trema ma sopratutto il portafoglio..
"Ma quanto vuoi che costino!" mi son sempre sentita dire "Ma si, che vuoi che sia!"
E beh....per sapere se uno è o no del settore questa è seeeempre la domanda giusta miei cari.

Dato che la gamma comprende pennelli che vanno dal : triplo al 10...I PREZZI?ECCOVELI! ;)


Misura:


Prezzo
n. 000


€ 6,84
n. 00


€ 6,96
n. 0


€ 7,08
n. 1


€ 7,44
n. 2


€ 9,72
n. 3


€ 12,24
n. 4


€ 19,80
n. 6


€ 54,00
n. 8


€ 116,40
n. 10


€ 192,00


E fidatevi della zia!Vi sto riportando buoni prezzi!
Il Gama quando gli ho detto quanto costavano mi ha risposto con mangaocchi pallati "che?per 4 peli?!ma li stacco al gatto!"

Ma costi sovrumani a parte devo dire che sono e sempre saranno i miei pennelli per eccellenza...e non solo i miei.
No non sono ne ricca ne mi sponsorizza le Winsor, gente.

Ho anche provato a usare altri pennelli di serie meno care o di altre marche ma ogni volta torno sempre alla Serie 7 W&N.
Addirittura i pennelli non più buoni per l'acquarello o l'ecoline li uso per gli acrilici (cosa che tutti sconsigliano ed invece io trovo splendido usare la martora anche per questa tecnica. ovviamente il pelo non dura molto ma i risultati e il piacere di pittura sono ottimi.)

VI RIPORTO UN ESCURSUS SUL PENNELLO E LA SUA STORIA MOLTO INTERESSANTE DI "visibilmente.com L'ARTE PER L'ARTE" CHE TRATTA MOOLTO BENE DELL'ARGOMENTO:

Da moltissimi secoli in Cina è praticata l'arte del disegno e della scrittura. Basti pensare che la tecnica dell'olio su tela è per il popolo cinese solo di recente apprezzamento. Gli artisti cinesi prediligono usare i pennelli per dedicarsi alla tradizionale e antica tecnica del disegno o dell'inchiostro. Loro usano pennelli lunghi, con manico di bambù e con pelo affusolato.
Storicamente i peli usati dai cinesi per i pennelli provenivano dalla pelliccia di tassi, donnole, pecore, capre, lupi e lepri. Essendo particolarmente morbidi, questi peli consentono perfetta padronanza del tratto, fondamentale per disegno e scrittura.
La Cina non ci è nuova in fatto di scoperte artistiche, ne avevamo già parlato anche per la carta.
Secondo alcune leggende, la scoperta del pennello è da attribuire al generale Meng Tian (III secolo a.C.): si dice che a Zhongshan abbia notato conigli dal pelo lungo e sottile e ancora è possibile leggere come abbia usato peli di capra, raccolti su una muraglia difensiva, per inventare il primo pennello.
Meng Tian è considerato «il padre del pennello», sono stati eretti templi in suo onore, per tramandarne la memoria.
I pennelli hanno avuto particolare sviluppo nell'VIII sec., permettendo l'evoluzione della calligrafia e del disegno con inchiostro.
Nel Rinascimento fu l'italiano Cennino Cennini a descrivere come i pittori costruivano i pennelli con i peli di maiale, scoiattolo e capriolo. Nella sua monografia sulla produzione artistica, «Il libro dell'arte», scritto in volgare all'inizio del XV secolo, egli espone preziose informazioni circa pennelli e pigmenti usati dagli artisti. Nel libro egli descrive anche le tecniche di pittura e affresco, oltre a consigli e segreti del mestiere. È un'opera importante, che segna il passaggio tra l'arte medievale e l'arte rinascimentale.

Composizione e utilizzo dei pennelli:

Il pennello è composto da tre parti: manico, ghiera e pelo.
Per i pennelli destinati a un uso artistico, la ghiera non deve avere saldature, mentre deve essere in ottone nichelato o «dorato», per evitare la formazione di ossidi.
Il manico è sempre in legno, anche se troverai pennelli economici con manico in plastica, generalmente laccato o verniciato. Il manico può essere corto, per utilizzi su lavori di piccole e medie dimensioni (come l'acquerello, il restauro e hobbistica), oppure lungo, per lavori di grando dimensioni o al cavalletto.
Il pelo può essere di origine animale o sintetico, secondo la tecnica artistica usata.
La varietà dei pennelli è suddivisibile in tre categorie: pennelli in setola, pennelli in pelo naturale e pennelli sintetici.
L'odierna tecnologia consente la produzione di pennelli sintetici molto versatili e affidabili, tali da poter essere utilizzati anche dove fino a qualche decennio fa era d'obbligo l'uso del pennello di martora (molto costoso). L'invenzione del nylon e del perlon è stata la svolta che ha permesso la creazione di una fibra sintetica particolarmente adatta all'uso degli artisti.
Da ricordare che la martora è specie protetta, questo, per fortuna (la martora è un simpaticissimo e dolcissimo animale...), ha dato slancio alla ricerca rivolta ai pennelli sintetici. Spesso sono prodotti pennelli misti, pelo naturale più fibra sintetica, capaci di sorprendente elasticità e precisione.
La costruzione dei pennelli ancora oggi richiede la presenza di artigiani, anche quando i pennelli sono prodotti in grandi quantità da macchine industriali: le setole sono pizzicate, legate e inserite nella ghiera da un esperto artigiano.

giovedì 13 marzo 2008

A volte capita


"A volte capita come di parlare da soli, con voi.
E i petali dei tulipani,
scivolano,
e tremolando cadono
inosservati...davanti ai miei occhi, gentili e sgomenti
come un'ultima carezza."



13 Marzo 2008 Elisa Ferrotto aka Fenice Banshee

mercoledì 12 marzo 2008

Mai Come Voi: tre allegri ragazzi morti


Mai Come Voi


Non saremo mai come voi
Non saremo mai come voi, siamo diversi
Puoi chiamarci se vuoi
Puoi chiamarci se vuoi ragazzi persi
La vita lontana da ogni cliché
Cercala è dentro di te
La vita lontana da ogni cliché
Cercala è dentro di te
Non saremo mai come voi
E i miei amici come me
Che parlano ai cani randagi
E che sanno ascoltare gli uccelli
E avremo ali, come quelli
E becchi forti per grattare
Dove le vostre bugie sono più deboli (deboli)
Non ci provare
Non ci provare ad entrare nelle nostre vite
Non ci provare
Non ci provare che finisce male
Non saremo mai come voi
Non saremo mai come voi, siamo diversi
Puoi chiamarci se vuoi
Puoi chiamarci se vuoi ragazzi persi
La vita lontana da ogni cliché
Cercala è dentro di te
La vita lontana da ogni cliché
Cercala è dentro di te

Ma ricorda noi…
Ma ricorda noi…
Ma ricorda noi…
Ma ricorda noi
Non saremo mai come voi
Non saremo mai come voi, siamo diversi
Puoi chiamarci se vuoi
Puoi chiamarci se vuoi ragazzi persi
La vita lontana da ogni cliché
Cercala è dentro di te
La vita lontana da ogni cliché
Cercala è dentro di te

Ma ricorda noi…
Ma ricorda noi…
Ma ricorda noi…
Ma ricorda noi…
Ma ricorda noi…
Ma ricorda noi…
Ma ricorda noi…
Ma ricorda noi…



...a voi comprendere il messaggio...
Baci
Fenice

Simbologia parte 1°: il Serpente


Il simbolismo è nato con l'arte stessa e qualsiasi sia la forma d'arte la accompagna.
Così anche nella pittura Fantasy o Horror.
Chi ha fatto storia dell'arte capisce cosa intendo.Nessun concetto difficile l'espressione nei secoli è passata da miliardi di pensieri e culture...ed è divenuto linguaggio universale.
Diverse persone, diverse epoche, diverse culture...ma necessità d'espressione e sentimenti infondo mossi dagli stessi elementi.

Qui iniziamo con un esempio "classico"...che ricollegheremo al prossimo post sulla simbologia del "Drago".

Il serpente ha avuto molta fortuna come simbolo, sia con significati positivi (completezza, dall'immagine a cerchio del serpente che si morde la coda) che negativi (come accade nella bibbia in cui il Diavolo o Satana o albero della conoscenza del bene e del male viene così rappresentato o nella mitologia norrena).
Per gli Yaqui messicani, il serpente rappresenta lo sciamano.
In araldica il "biscione" è stato il simbolo del Ducato di Milano, sia sotto gli Sforza, sia con i Visconti ed oggi è ancora riscontrabile in stemmi di alcuni comuni lombardi e non, legati storicamente alla signoria ambrosiana, come ad esempio Bellinzona, la capitale del Canton Ticino (Svizzera); in epoca contemporanea il "biscione" è divenuto anche il simbolo di alcune società milanesi (Inter, Alfa Romeo, Mediaset/Fininvest, ecc.).

Il serpente raffigura la forza sia positiva che negativa. porta guarigione e illuminazione, esso rappresenta qualsiasi principio vitale inconscio. rappresenta anche la Dea Kundalini (colei che ascende attraverso i chakra). il serpente racchiude il se le due anime, maschile e femminile. Indica l'importanza della capacità di pensare, di essere cosciente dei propri istinti e del proprio corpo e di scegliere tra bene e male. La maggior parte delle donne ha paura dei serpenti, ma quando s'impara che il serpente (che è stato demonizzato) è l'antico totem delle donne e della guarigione, quando ciminceranno a introdurre le sue qualità positive nella propria vita, allora lo vedranno in luce diversa e lo rispetteranno.
L'Uroburo è l'immagine di un serpente che si morde la coda e la inghiotte.

Questa figura simbolica rappresenta l'immagine del cerchio che personifica l' eterno ritorno. Esso sta ad indicare l'esistenza di un nuovo inizio che avviene tempestivamente dopo ogni fine. In simbologia, infatti, il cerchio è anche associato all'immagine del serpente che da sempre cambia pelle e quindi, in un certo senso, ringiovanisce. L'Uroboro rappresenta il circolo, la metafora espressiva di una riproduzione ciclica, come la morte e la rinascita, la fine del mondo e la creazione, e di conseguenza anche l'eternità iconograficamente rappresentata dal cerchio stesso.
Il serpente è anche simbolo dell'energia pura e semplice, un'energia che cambia spesso forma, proprio come i serpenti che, possono essere marini, dei deserti, dei boschi.. il serpente ama cambiare spesso le sue caratteristiche principali.
In india è strettamente legato al potere delle acque, in occidente invece, per la sua spina dorsale ondeggiante, rappresenta il potere primordiale e arcano.
Una moltitudine di serpenti nel deserto è simbolo di distruzione.
Il serpente, proprio per la sua caratteristica cambio di muta rappresenta la resurrezione.

questo scritto che vi riporto sotto è preso dal sito http://www.indianiamericani.it/a-totem.php?id_totem=13


Il serpente simbolizza per gli indiani il ciclo di nascita, vita, morte e rinascita, grazie al processo della muta della pelle.
Tra i tipi di forza che gli vengono attribuiti si annoverano la forza della creazione, della sessualità, del mutamento, dell'anima e dell'immortalità.
Uomini con l'energia del serpente sono piuttosto rari, poiché tra le esperienze che devono attraversare vi è quella di venire in contatto coi veleni senza riportarne danni, cioè imparando a trasformare le sostanze velenose penetrate nei loro corpi in sostanze innocue.
Il serpente è una creatura collegata all'elemento fuoco: a livello del corpo ciò genera passione e desiderio, ma a livello spirituale porta ad accedere al Grande Spirito e a realizzare la saggezza che tutto comprende.
Qualora il serpente appaia nei vostri sogni, ciò indica che è tempo di iniziare un processo di mutamento, allo scopo di poter progredire e avvicinarsi alla realizzazione di sé

Riabilitato dalla sola funzione malefica tramandataci da una vecchia concezione, rappresenta il principio vitale stesso.
Non c'è, forse, animale più rappresentato nella simbologia di tutti i tempi come il serpente. In moltissime culture, nelle leggende, nelle cosmogonie, nei miti, nell'iconografia, protagonista assoluto di molte storie ataviche, è un simbolo dell'inconscio collettivo che riveste grande importanza.
Per non parlare dei sogni che in molte fasi dell'analisi, in soggetti diversi, rappresentano serpenti mordaci, in agguato o dormienti, spaventosi o "stranamente" rassicuranti.
E' simbolo della conoscenza, per questo può anche essere pericoloso, come recita il mito cristiano della creazione.
Il serpente rappresenta un simbolo polivalente, universalmente presente in tutte le culture.
E' l'antenato mitico, il vivificatore, simbolo stesso della cura, è l'animale originario alle sorgenti della vita e della libido.
Nella nostra cultura prevale il suo lato negativo in quanto la Cristianità, soprattutto nel pensiero medioevale, ne ha sottolineato la valenza malefica e distruttrice, associandolo spesso alla lussuria della donna (Eva o la Bestia dell'Apocalisse).
Ma come gli Gnostici videro in esso un detentore privilegiato di misteri esoterici, anche nei Testi Sacri dell'Occidente, il serpente è ambivalente: Cristo, come figura salvifica e rigeneratrice, è stato talvolta raffigurato come il serpente di rame sulla croce.
Archetipo fondamentale, o meglio complesso di archetipi legato alle origini, rimanda al ciclo continuo della vita:
l'Uroboro, il serpente che si morde la coda, sostenendo e avvolgendo la creazione in un cerchio continuo, ne impedisce la fine.
Nella sua forma viva, circolare, rappresenta l'eterno ritorno.
Anche nell'iconografia alchemica svolge da un lato una funzione di circolarità di certi processi chimico-organici, dall'altro entra nelle figure simboliche della scienza ermeneutica, come sole/luna, fratello/sorella ecc.
Animale-simbolo considerato in modo contraddittorio, in molte culture arcaiche rappresenta il mondo degli inferi e il regno dei morti per la sua abitudine a ritirarsi in luoghi nascosti o in buche della terra, ma anche il suo contrario per quella sua apparente capacità di rigenerarsi attraverso il cambio della muta. In tal modo, e un po' ovunque nel mondo, rimanda alla vita e alla morte, al chiaro e allo scuro, sempre, indissolubilmente, legati.
Essendo in relazione con la terra è in rapporto con gli antenati.
Per questo molte leggende parlano di serpenti sacralizzati.
Rappresenta lo spirito di una grande divinità, cosmografica e geografica.
In Africa è la più antica imago-mundi. In molte cosmogonie è l'Oceano stesso che racchiude in un quadrato la Terra.
In India, nel tantrismo è la kundalini, un serpente arrotolato alla base della colonna vertebrale che, risvegliandosi, vivifica i chakra; nel macrocosmo è Ananta, che serra tra le sue spire la base dell'asse del mondo.
In Cina è il quinto animale dello Zodiaco, è astuto e pericoloso.
In Giappone, nello scintoismo, svolge un'importante funzione nel mito.
Il Gnrande Serpente Originario è l'Alfa e l'Omega di ogni manifestazione:
evocato, adorato o temuto da molti popoli in Africa, in India, in Indonesia o in Estremo Oriente. E' il principio di ogni cosa e abita gli strati più profondi della terra, è la riserva, il potenziale da cui provengono tutte le manifestazioni. Rappresenta in modo inteso l'energia psichica, le forze che giacciono nel profondo.
Sul piano umano, è il doppio simbolo dell'anima e della libido e rimanda ad un'ambivalenza sessuale che lo fa essere, in molte tradizioni, maschio e femmina insieme o gemello di se stesso.
E' doppio e Uno e rappresenta la dialettica vivificante.
In Africa, nelle società matriarcali, è signore delle donne e della fecondità, ma anche in India, in Brasile, in Cina e in Nuova Guinea. In Australia due serpenti antenati percorrono la terra senza posa e, a ogni loro sosta, lasciano i maiaurli, spiriti di bambini.
Sia nella cultura greca che in quella egizia, il serpente è colto nella sua doppiezza: è temuto in quanto ha il potere di ricondurre il cosmo nel caos iniziale dell'indifferenziato. Ma è anche apprezzato e venerato poiché rappresenta l'altra faccia dello spirito, il vivificante, l'ispiratore della vita.
Per questo Atena, dea di ogni scienza, tiene in mano e sul petto il serpente da cui nascono altre divinità e Iside porta sulla fronte il cobra reale simbolo di conoscenza, sovranità ed eterna giovinezza.
L'appartenenza al mondo ctonio legata alla creazione continua della vita è messa in luce soprattutto nel Libro dei Morti. In esso il ventre della terra è il luogo in cui si opera l'alchimia della rigenerazione e il serpente, in un processo complesso di divoratore-divorato, diventa il tramite e il protagonista dello sviluppo e dell'eterna ciclicità.
Il serpente è anche noto come medico e indovino. Esculapio, dio della medicina, è rappresentato con il caduceo (dal greco: verga dell'araldo).
Questo oggetto, attributo di Mercurio, consiste in una bacchetta, talvolta alata, intorno alla quale si attorcigliano due serpenti, simbolo del principio dialettico. Nell'esoterismo è la conoscenza legata al mistero dei processi vitali, per questo è rappresentato sulla croce dei farmacisti. Essere padrone del serpente significa libero accesso all'inconscio (per questi i bambini sono privilegiati rispetto agli adulti)
e conoscenza di tutti i segreti: gli incantatori, nell'antichità, erano degli iniziati.
Vi è un'analogia tra l'intestino, che ne riproduce la forma, il serpente e il labirinto. Questo chiarisce l'origine delle pratiche divinatorie fondate sull'esame delle viscere.
Padrone della forza vitale e simbolo della rigenerazione che avviene attraverso il fuoco, è anche il Drago, suo parente stretto. Quetzalcoatl, il serpente alato nel mito azteco, incarna le qualità del serpente e dell'uccello, collega cioè terra e cielo, ed è una figura rigeneratrice.
Nell'età moderna, il drago rappresenta l'ostacolo che l'Eroe ha da affrontare per il bene dell'umanità. Secondo interpretazioni più recenti, ai suoi eccessi, è il super-uomo che prende sempre più distanza dalle forze primordiali dell' inconscio.
Visto sotto questa luce, il serpente, riabilitato dalla sola funzione malefica tramandataci da una vecchia concezione, rappresenta il principio vitale stesso da cui deriva, come scrive Keyserling quel disagio della nostra civiltà di una coscienza unilaterale diurna giunta alla sicurezza di sè che ci porta a sotterrare le radici della vita originaria e quindi, in un certo senso, a negarla tout-court.
http://www.geagea.com/welcomegea.htm

L'assoluto del bene e del male nel simbolismo del serpente, animale sacro
di G. Pilaz

I sacerdoti dell'antichità, oltre che sacrificare a divinità malefiche, per impedire che esse aggredissero l'uomo, o ringraziare quelle benevole per doni elargiti, avevano cercato di scrutare le vie del cielo, di interrogare le stelle, di ascoltare le voci del vento e di interpretare i segni del mondo animale, per ricavarne presagi o trovare mezzi di difesa, nella sensazione (poi verificata in certezza) che, ognora, al male sarebbe seguito il bene e che, dopo il buio, sarebbe sempre venuta la luce.

In fondo, fu per esprimere questo dualismo (da intendersi come componente di un " UNICO " sentimento dell'Assoluto), che nacque il simbolismo.

Da sempre, l'uomo si è sentito circondato da elementi sovrasensibili dai quali ha, spesso, percepito sprigionarsi delle forze benefiche o dannose; tutto l'universo è un simbolo, un segno di cose invisibili mediante l'immagine e le proprietà di cose naturali e sensoriali.
Tra i simboli il serpente è l'animale sacro per eccellenza. Il suo contenuto emblematico, anteriore alla speculazione iniziatica, alla tradizione gnostica e alle diverse discipline ermetiche, affonda le sue radici negli stimoli che, ancor oggi, spingono l'uomo a trovare interessante il fatto che proprio attraverso la mitologia, la filosofia e l'alchimia si perviene ad una percezione argomentativa, nella quale di due immagini si accoglie una terza che raffigura il serpente come il simbolo della vita, espresso nelle parole greche " hen to pan ", cioè l'UNO-TUTTO.
Due immagini: dífatti, col serpente sono stati simboleggiati sia il bene e sia il male.

Il serpente nella simbologia del bene
Sin dai più antichi monumenti egizi si trova come simbolo del Dio del sole RE, un serpente che a modo di aureola si avvolge attorno alla testa del Dio e rappresenta il disco solare.
Tale simbolo, originariamente babilonese ed in seguito adottato dagli alchimisti ellenisti dell'Alto Egitto (dei quali un certo Chymes avrebbe dato il nome alla chimica), identificava ínoltre il Dio Ammon, l'UNO-TUTTO, che per la sua natura di entità ctonica, cioè di spirito regnante nel mondo dell'oltre tomba, veniva rappresentato con un'immagine costituita da un serpente avvolto come un cerchio, in atto di mordersi la coda, ed il corpo era formato da due parti uguali e distinte, di colore differente, una chiara e l'altra scura, Questa immagine venne successivamente chiamata col vocabolo greco " OUROBOROS ", che in latino si traduce " caudam vorans ".
La parte chiara e quella scura del corpo del serpente simboleggiavano il bene ed il male, il buio e la luce e, infine, i due poli della terra: il tutto era, quindi, il principio dualistico dell'assoluto, il simbolo dell'eternità e dell'indistruttibilità della natura, cioè del ciclo che si rinnova della vita: " nulla si crea e nulla si distrugge ".
Quest'idea del ciclo della natura era stata accolta anche da Eraclito, da Empedocle e da Aristotele Per tornare al serpente " caudam vorans " è interessante considerare come il movimento circolare dell'anello simboleggiava anche la misteriosa materia primaria del processo alchimistico, per mezzo del quale tra la separazione e la ricomposizione della medesima materia primaria, che è la natura nel suo stadio primordiale, l'uomo tendeva, come prodotto finito, alla ricerca di quella pietra filosofale, la " THAU CIRCULI ", che in ogni tempo ha simboleggiato l'assoluto dell'unità del cosmo ed insieme la " pandeità " cioè il compendio di tutte le Virtù di deità, racchiuse nell'UNO-UNICO. " Poiché all'inizio vi era un solo ESSERE, generato per sua natura e creatore di tutte le cose, ne consegue che ogni fenomeno proviene interamente dall'UNO ed all'UNO tutto ritorna " (kabbalah).

I princìpi fondamentali della vita (fuoco e luce, terra ed acqua) venivano rappresentati con due elementi: lo zolfo ed il mercurio.
Lo zolfo, principio dell'infiammabilità, comprendeva il fuoco e la luce e conteneva l'idea della mascolinità; il mercurio, principio metallico della instabilità, comprendeva la terra e l'acqua e indicava l'idea della femminilità.
Questi due opposti princípi venivano rappresentati con due serpenti che si attorcigliavano attorno ad una verga: il CADUCEO.
Fu questo il simbolo dell'asse terrestre, emblema di Mercurio.

Secondo la leggenda, Mercurio aveva colpito due serpenti, in lotta tra di loro, che si contendevano il dominio della terra; dopo averli addomesticati li aveva avvolti attorno alla verga in direzione opposta.
Le due serpi, il bene ed il male, la luce ed il buio, gli conferirono il potere divino di legare e di sciogliere, di far nascere, così, dal caos informe un cosmo ordinato.
Innumerevoli altre símbologie venivano attribuite al serpente, ma arduo sarebbe ricordarle tutte. Citeremo il " serpente crocifisso " che, nel processo di trasformazione chimica, stava ad indicare la " femminilità ", in quanto immagine della fissazione dell'ínstabile mercurio, detto pure argento vivo.

Resta comunque assodato che il serpente divenne il simbolo della vita eterna e della forma primordiale del cosmo, da cui derivano quei caratteri di divino e di immortalità, insiti nella sua natura di fuoco e di luce, nonché la sua forza e la sua longevità.
In altre parole, il serpente, nella simbologia del bene, rappresentava la capacità di rinascere e di ringiovanire, cioè la metamorfosi della natura che si nutre di se stessa e ritorna alla sua origine.

Il serpente, simbolo del diabolico
Ben diversa significazione assunse il serpente nel mondo ebraíco-crístiano: esso non fu più apportatore di vita, bensì esattamente il contrario, cioè serpente satanico, istigazione diabolica nel Paradiso Terrestre, negazione della vita immortale (Genesi - tentazione di Eva).
Nel Nuovo Testamento, il demonio è chiamato " l'antico serpente " ed è sempre portato ad esempio per la sua intelligenza malvagia e per la sua astuzia ingannatrice.
Presso i Padri della chiesa, nel Medio Evo, il serpente divenne definitivamente il simbolo del male.
Riassumendo: il serpente, seppure nelle diverse e contrarie ínterpretazioni, ha sempre simboleggiato l'elemento energetico che partecipa al processo perenne della vita, lo spirito divino che vi presiede, la prima materia.


La prima materia
La prima materia, panacea di ogni bene e causa di ogni male, la pietra filosofale costantemente ricercata dallo spirito dell'uomo.
Non è inopportuno ricordare il processo alchimistico della "tetrameria " per la fabbricazione della pietra filosofale, prima materia.
Nel processo filosofico la " tetrameria " presupponeva la scomposizione e la ricomposizione dei contrasti, caratterizzati dal susseguirsi di quattro colori:

a) - il nero, stadio iniziale i cui veicoli sono il piombo, elemento terrestre e Saturno, elemento astrale;

b) - il bianco, secondo stadio a cui si perviene per prima, graduale, dissociazíone;

c) - il giallo, simbolo dello zolfo, elemento terrestre ed astrale insieme, che rappresenta la luce;

d) - il rosso, quarto stadio, che rappresenta il fuoco, simbolo dell'energia della vita, nell'assoluto.

Nel serpente è simboleggiato il processo della decomposizione dei contrasti mediante la rilucente squamosità della sua pelle e la risplendezza dei suoi colori.
Nel serpente avvolto in cerchio si ebbe il simbolo perenne della vita, nell'assoluto della sua duplice interpretazione e dimensione di,bene e di male.
Infine, nel serpente appare, in sublimazione, il simbolo della " lapis ", la pietra materia primaria che, appunto, kaballisticamente veniva rappresentata col segno di Venere e conteneva la " crux ansata " o " thau circuli ".
(tratto da Rivista Massonica n. 2 - Febbraio 1973 - Vol. LXIV, pag. 109 - Soc. Ed. Erasmo, Roma)

venerdì 7 marzo 2008

Info per sopravvivere come Illustratore: Info Utili for Artist!!



Segnalo questo sito di utility per Illustratori
http://www.windcloak.it/guide.html

In questa sezione http://www.windcloak.it/artisti/illustratori.html c'è un pò di tutto dal Diritto d'autore ad annunci, case editrici, studi e agenzie,associazioni, libri & altro, illustratori animazione gallerie, materiali, fumetti, grafica 3D , riviste, scuole e mostre...non è graficamente bello a vedersi ma le info sono è utili..
Con possibiltà inoltre di inserire il proprio sito nella banca dati della galleria, che non fa mai male..

ah, e poi:

http://www.lavoricreativi.com/
questo è un motore di cercalavoro per "lavoratori creativi"com noi.

giovedì 6 marzo 2008

ILLUSTRA ZIONI PER IL WEB: ho trovato qualche consiglio

Allora, le illustrazioni (nonostante cisia ancora qualcuno che non sa che lavoro sia l'illutratore...) sono cruciali per molti siti web oltre che per la pubblicazione cartacea e i prezzi variano alquanto— sia perché i visitatori si trattengono più a lungo sul sito e, grazie ad esse, visitano più pagine, oppure escono dal sito perchéle illustrazioni impiegano troppo tempo per apparire o non vengono visualizzate correttamente. Seguite i suggerimenti riportati in questo articolo per illustrare le vostre pagine web con i migliori risultati:

Utilizzare i colori adatti alle illustrazioni sul web.

Tavolozza dei colori Web - 216 coloriSe le vostre illustrazioni utilizzano colori usuali, cercate di utilizzare solamente i 216 colori standard di una tavolozza web. Questi sono i colori che appariranno identici su tutti i computer e su tutti i browsers. Se pensate di utilizzare colori sfumati, controllate come essi appaiono sul vostro monitor settato a 256 colori. Molti utenti utilizzano schermi a 256 colori solamente, e le immagini con i colori sfumati possono apparire molto sgranate, alterate, poco attraenti, indistinguibili. Se le vostre illustrazioni non appaiono correttamente a risoluzioni così basse, provate ad utilizzare sfumature diverse che non appaiano così alterate. (Per esempio, se avete una sfumatura che va dal rosso al blu, provate con una sfumatura alternativa, dal verde al blu).

Le illustrazioni dovrebbero essere in armonia con i colori utilizzati nel resto del sito: intestazione, barre laterali, bottoni, icone, immagini mappate, etc.

Utilizzare linee grosse nelle illustrazioni

Su schermo, i piccoli tratti che vengono correttamente visualizzati su stampa appariranno più sottili, se non addirittura invisibili. Un monitor ha una risoluzione molto inferiore dell'inchiostro di una pagina stampata e rende le illustrazioni meno leggibili. Mantenete le linee delle illustrazioni grosse per permettere al pubblico di distinguere più chiaramente i dettagli.

Le illustrazioni devono essere visualizzate rapidamente

Tavolozza dei colori dei computer Macintosh - colori webLa velocità di scaricamento è più importante della creatività. Non importa quanto sia bella una data illustrazione, i visitatori lasceranno il sito sei file grafici sono talmente grandi da richiedere un lungo tempo di scaricamento. Una singola illustrazione non dovrebbe essere più grande del necessario. Provate a ridurre le dimensioni di memoria dei files delle illustrazioni sia riducendo il numero di colori o le loro dimensioni fisiche. Se esse appaiono ancora buone utilizzate la versione più piccola - i visitatori si tratterranno sul vostro sito più a lungo.

Le illustrazioni devono attirare l'attenzione

Mostrate le vostre illustrazioni a persone poco pratiche dei web e stabilite se esse attirano subito la loro attenzione. Le illustrazioni dovrebbero indirizzare il pubblico al contenuto della pagina per invogliarli a leggere e non ad andarsene su altre pagine. Una buona illustrazione può essere in grado di dare una prospettiva interamente nuova a ciò che dicono le parole del testo.

Le illustrazioni dovrebbero integrare, non controllare

Le illustrazioni devono essere di qualità per attirare l'attenzione dei visitatori ma non troppo da diventare una distrazione dal contenuto testuale del sito. Lasciate spazio vuoto (spazio bianco) alle immagini e tra le immagini. Non sommergete di illustrazioni i visitatori.

Le illustrazioni devono essere coerenti con il contenuto della pagina web

Tavolozza dei colori Windows - colori webUna bella immagine che non richiama il contenuto della pagina, è un'immagine inutile che ruba il prezioso tempo di scaricamento e genera confusione nei visitatori. Le illustrazioni devono aggiungere significato al messaggio testuale. I visitatori dovrebbero essere per primo attratti dalle vostre immagini e avere l'impressioni di ciò che stanno per leggere.

Salvare le illustrazioni nel formato più appropriato

Illustrazioni che contengono principalmente colori solidi e che devono apparire nitide dovrebbero essere salvate in formato GIF. Le illustrazioni con sfumature o con transizioni morbide dovrebbero essere salvate in formato JPEG. (Le estensioni comunemente usate per questi tipi di files sono .gif and .jpg.)

Proteggere tutte le illustrazioni

Il furto online è molto comune e perciò dovreste proteggere le vostre illustrazioni da un uso non autorizzato. Inserite il simbolo di copyright insieme al vostro nome o al nome della vostra azienda/organizzazione accanto a ciascuna illustrazione. Per una ulteriore sicurezza, iscrivetevi ad una agenzia che offre servizi di filigrana come Digimarc, che è in grado di informare i visitatori che voi siete l'autore e il detentore dei diritti sull'immagine e che è in grado di cercare nel web chiunque stia utilizzando le vostre immagini. Un'altra servizio di protezione che noi raccomandiamo è Gamacles Software, che impedisce ai visitatori di copiare o stampare le immagini sul vostro schermo.

Volendo se avete come me un webmaster (grazie amore! ^_^) coi così detti, potete anche far disabilitare il tasto destro..

L'usdo delle tecniche di colorazion/illustrazione a Computer:strumenti e punti di vista degli autori

Come state vedendo spesso ultimamente nelle mie tecniche includo la pittura a computer...vi farà specie sapere che fino a quando ero a scuola non mi piaceva per nulla!
Ritenevo fosse un metodoinnaturale di dipingere...poila necessità per un lavoro per uno stilista mi ha obligato ad usarlo..e mi ha fatto dcoprire che pequanto di metodi tradizionali siano comunque i mei preferiti, il computer è, e sottolineo è, un'altro strumento..e il pittore come il fumettista e l'illustratore o il grafico HANNO BISOGNO DEGLI STRUMENTI GIUSTI PER FARE IL LAVORO GIUSTO IN OGNI COMMISSIONE.

Personalemnte gli strumenti che uso sono:
Ovviamente un pc, con 1G di Ram, grossi hardisck(DELLA SERIE AVEVO 2 HARDDISCK DA 20G E UNO DA 40G...e ora devo vomprane un altro perchè sono rimata con 4G liberi :( ci siamo capiti?) per conservare il mio archivio immagini, mouse e tavoletta grafica Wacom un pò più grande di un A5. (occhiali da vista se no mi ritrovo gli occhi a rana prima di aver terminato la tavola!)

E come Software:
Photoshop cs2 o cs3 (L'amore fornitomi dalla mia dolce e oscura metà! ^_-)

E fin qui tutto ok, direte voi...
ma non sapete quante volte sento ripetere frasi da preconcetti di 3° media, che se faile cose a computer "non sai disegnare/colorare" oppure "rovini il mercato Italiano" o addirittura "lo fai perchè senza non sei bravo".
Primo il mercato è già rovinato!Ma quello che lo rovina davvero sono artisti di qualsiasi settore che COPIANO LO STILE DI ALTRI per quattro soldi mentre gli editori ci risparmiano che essere andati dall'artista originale dello stile!O addirittura lavorare a gratis!

cmq..la lista di sproloqui sull'argomento, sia a detta di artisti che di fuori dal settore o nondotati (alias babbani), sarebbe interminabile aimè, e la cosa mi ha sempre lasciata di stucco per varie ragioni.

Io amo dipingere a pennello,..la materia del colore, i suoi profumi, la sua storia, i suoi segreti di miscelazione, essiccazione, composizione...ha un procedimento e dei tempi tutti suoi che assecondano i materiali e le tecniche...
ma uso anche la pittura/colorazione/disegno a computer senza trovarci nulla di peccaminoso o strano...anzi di solito lavoro la prima parte o9 metà o trequartu dell'illustrazione a mano e poi la termino a photoshop..
oppure tutta a photoshop a anche partendo dalle matite fatte a mano..
e comunque non capisco proprio perchè dovremmo sentirci delle specie di "truffatori".

Dicono che "ci si facilita il lavoro"..."che otteniamo rislutati facili che andrebbero fatti a mano" o che "a computer siam tutti bravi a far sti effetti"...allora:
"ci si facilita il lavoro"?
Io ho avuto un insegnante di illustrazione naturalistica/realistica che mi riprendeva perchè non mi semplificavo, con truchetti e simili, abbastanza il lavoro e andava avanti (Ciao Orlandi! :)) a ripetermi che quando avrei lavorato con un editore non me lo sarei potuto permettere anzi facilitarmi il lavoro sarebbe stato una NECESSITà!..fate vobis..
"che otteniamo rislutati facili che andrebbero fatti a mano"?
perchè c'è una regola che dice che dobbiamo?(solitamente complicare il lavoro è peculiarità degli art director o degli editori..)non vostra!)
"a computer siam tutti bravi a far sti effetti"?
e falli pure tu se è così tanto facile, che vuoi che ti dica!

Perchè la gente si lamenta sempre guardando con invidia azichè con sete di apprendimento i lavori, magari più belli e fatti con più rapidità, di un'altro artista?
Vi mangiate il fegato a furia di far così non lo sapete? ;)

Ma andiamo con altre opinioni di altri del settore..

Si trova in giro molte interviste anche di artisti affermati come Barbara Canepa autrice di SkyDoll( con Alesandro Barbucci) chealla domanda"La colorazione di Sky Doll ci risulta non essere completamente al computer, ma che il computer sia stato usato soprattutto per il secondo volume. E' vero? Se sì, perché questa scelta? ":

In realtà l'uso del computer era già ampio anche nel primo volume. Soprattutto nell'effettistica (luci e ombre) e per uniformare coloristicamente le tavole.
Inizialmente ne è stato necessario l' uso più per una questione tecnica che artistica.
Tutti i disegnatori o illustratori che usano il metodo tradizionale di colore, (in Sky Doll la tecnica è l'ecoline) sanno perfettamente che consegnando gli originali a un editore il risultato di stampa , anche se supportato dalle migliori tecnologie, non sarà mai identico per luminosità e vivacità all'originale. La stampa di un fumetto, anche di alta qualità come quello della casa editrice francese Soleil, é in CYMK ( la famosa e odiata quadricomia) e qui colori accesi come il fucsia o certi arancioni si dimenticano.
L'unica soluzione davanti a noi era quella di acquisire le tavole e di modificare i colori con Photoshop in modo di avvicinarsi il più possibile all'originale. Un lavoro lungo che nessun stampatore farebbe se non a costi esorbitanti per la casa editrice.
Ovviamente poi le meraviglie di Photoshop ci hanno permesso di aggiungere qua e là effetti che avrebbero portato via tanto tempo e fatica.

Quali vantaggi e quali svantaggi trovate nella colorazione al computer?

Barbara: I vantaggi sono molteplici, per esempio la possibilità di poter cambiare tutto ogni volta che si vuole (o che l'editore lo richiede) senza ripartire da zero, come invece si farebbe a mano o addirittura "peccettare" un originale, facendogli perdere tutta la freschezza della prima stesura.
Svantaggi? Le ore davanti al computer , di solito , sono di più che quelle passate sul tavolo o davanti a un cavalletto. E gli occhi ne soffrono davvero molto.
Il secondo grande svantaggio, purtroppo, è quello che non esiste più un originale.
Un vero peccato quando devi fare delle mostre. Anche se la stampa digitale/fotofrafica è meravigliosa, il pubblico rimane sempre deluso rispetto alla visione diretta di un prodotto tradizionale, dove può leggere tutta la storia e la sofferenza dell'artista nelle sue pennellate o nelle sue incertezze artistiche.

e ora è la volta di Lorenzo Ortolani ad esempio..illustratore e fratello di Leo Ortolani, a cui chiedono:

Hai iniziato con gli strumenti tradizionali come i pennelli e aerografo o hai esordito con la computer grafica?
Ho iniziato con la tempera, la china e le matite acquerellabili.

Perchè sei passato al computer?
Avendo studiato grafica pubblicitaria era d'obbligo avere il computer.

Che sistema hai?
Ho un PC (la politica non c'entra!) con 512 Mb di RAM, il monitor è un Philips Brilliance da 21 pollici, la scheda video è una ATI Radeon da 64 Mb, la stampante è una Epson Stylus Photo 1200, ma la cosa più importante è la tavoletta grafica!

Che software usi?
Per le copertine di Rat-Man uso Adobe Photoshop 6.0 e programmi di contorno, come Micrografx Picture Publisher od altro.

quindi riepilogando...

Lavorare al Compuer a volte è una necessità editoriale:

perchè i colori rendano al meglio in stampa,

perchè spesso è più rapido,

perchè a volte è una necessità in base al lavoro richiesto,

e poi..è una tecnica anche questa perdio!!!!

Quindi finiamola con questa cosa del se usi il computer sei bravo a metà perchè hai usato il pc!
E' come quando alle medie ti chiedevano ma questo disegno è tuo o l'hai copiato?E anche se era meraviglioso ma lo avevi copiato diventava una robetta copiata!

Ragazzi vi svelo un "segreto":
copiare dal vero o da un riferimento fotografico è materia di studio per imparare a dipingere e disegnare!

Che differenza c'è tra un artista che fa un paesaggio in copia dal vero alla vecchia maniera nella radura con il cavalletto ed uno che lo copia da una foto?!
e qui con questa, vi saluto signori!

lunedì 3 marzo 2008

Foto di lavorazione

Era moolto tempo che non riguardavo queste foto..sono scatti privati, intimiper me come credo per ogni artisti, scandiscono per alcuni momenti salienti e per me molto intensi nella lavorazione.
Sapete ci sono mometi in cui ti rendi perfettamente conto che se fai uno sbaglio mandi tutto il lavoro fatto fino a quel momento in malora..e cerchi di non far tremare il pennello! ;)
La piaga traditrice...questa è la mia seconda tavola "esordio" dopo la leonessa tribale , indipendentemente dal fatto che la leonessa non sia stata ancora mai pubblicata,non conta..entrambe rimangono un segno ed un emozione fuse, per me come artista e per la mia crescita artistico-personale che..ha segnato la svolta.



Come mi fossi lasciata un monito per ogni volta che guardo alle mie spalle.

Bene, ora ho deciso di pubblicare, per ora qui, sul mio blog e per voi tutti, sporadici, passeggerei o assidui visitatori



qui un dettaglio delle fauci..solo con un tipo di colore non rendeva il sangue...non era abbastanza realistico..mancava come dire, letteralmente di spessore.

Allora colta da una folgorazione divina rimisi su lo speciale di un dvd che avevo appena comprato il film si intitolava "Immortal ad vitam" tratto dal genio di Enki Bilal c'era lui che parlava e dipingeva e più semplicemente sapete che diceva?In altree parole:Divertitevi!per dio Divertitevi in quel che fate!
Liberatevi degli schemi imposti e delle tradizioni, esse non devono esser un vincolo ma una base da cui partire!
Unitamente mi tornò in mente di quella volta in cui discutei con Sergio Toppi ad una inaugurazione di una sua alla Nuages a Milano .Parlavamo di come certi effetti li avesse ottenuto con farina di grano duro..per dare l'effetto con l'inchiostro di cespugli...
..e allora perchè io non dovevo trovare altrove un materiale che mi soddisfacesse che non fosse quello con cui avevo iniziato la tavola??
Non ho soltanto usato semplicemente una tecnica mista ho iniziato a sperimentare..ho letteralemnte giocato coi materiali.è stato fantastico!e il risultato beh..direi che è piuttosto buono!!