mercoledì 28 febbraio 2007

Il mercato rionale dell’editoria: il lato oscuro di un lavoro


E io che pensavo di essere
un'illustratrice,
una professionista
in carriera e di lavorare
nel campo dell'editoria
dove ti danno in base
a ciò che vali!ah!

Al mercato rionale! ecco dove lavoro!
Dove i prezzi li si contratta anche se ci si rende conto che la “robba” è buona!
Dove si cerca di farsi la cresta a vicenda!

Ma che faccio i disegni al Kg, io!?


Che un ignorante un po’ zotico mi chieda “come và con i disegnini” –vedi primo post- posso anche tollerarlo, infondo è un’ignorante, uno che non tange la mia vita privata,
che non lo dice con voluta malignità o disprezzo del mio lavoro, di tutti i miei anni di studio e dell’impiego di energie/risorse per proseguire e mai mollare una strada sì dura che molti mollano prima ancora di cominciare e molti di più durante il percorso, ma da un editore…

…da un editore che trae guadagno (anche prolungato nel tempo), che trae prestigio in più alla sua pubblicazione dal mio lavoro, che non mi paga nemmeno i diritti d’autore (se sa cosa sono!) o i diritti di riproduzione, proprio no!

Illustratore, una professione.
Uno stile di vita.
Spesso una vita.

sul dizionario ci trovate così descritti:
chi disegna le illustrazioni per un testo, per una pubblicazione.

Lavoro con tariffe che se l’associazione illustratori lo sapesse mi metterebbe al rogo(non scherzo!)!

Che se lo sapessero i miei ex professori illustratori/Fumettisti come Angelo Stano, Stefano Delli Veneri e Lorenzo Orlandi mi manderebbero a cagare o mi abbraccerebbero dicendomi “ah, cosa ti sei dovuta abbassare a fare!povera la nostra Elisa la pazza!”
(si, la pazza era il mio nomignolo,beh, che c’avete problemi,voi!? ;P ;D)

E perché?perché bisogna andare incontro a realtà editoriali che non navigano sempre nell’oro, perché bisogna cercare di non ammazzare le piccole o medie realtà, perché è una questione di correttezza, perché la qualità per me deve essere alta ma non tanto da essere inaccessibile e per mille altre ragioni…e cosa ti rispondono insieme a mille scuse!?
“Si ma sono prezzi esagerati per dei disegni che occuperanno un piccolo spazio nella pagina”…
…….
La qualità oggi quanto la fai,Elisa?

“Ma dico, ch’è se gli dite al fruttivendolo che volete fare una macedonia bella ricca ma che non avete abbastanza soldi, lui ve la vende per meno di quanto l’ha comprata dal fornitore, andandoci in perdita, perché c’avete una bella faccia o perché altrimenti non riuscite a comprare anche il pollo!?!”

Ma la gente si chiede quanto tempo necessiti fare un disegno su commissione?un’illustrazione?
Ricercare la documentazione appropriata di riferimento?
(non è che siamo dei computer che ricordiamo a memoria ogni tratto di un lupo per poterlo disegnare il più veritiero possibile!una riguardata ad un esempio non guasta! o facciamo come nell’anno 1000 in cui disegnavano il gallo cedrone senza averlo mai visto!-infatti si vede che robe facevano!-)

Progettare l’inquadratura?l’emotività dell’immagine?
Inserirgli il senso e gli elementi che vuole il committente!?

No ma dico ne avete idea?
Cos’è la solita vecchia favola in cui noi artisti tocchiamo foglio e creiamo un’opera d’arte?
La solita vecchia favola che noi artisti non ce ne facciamo niente dei soldi perché viviamo di arte e di utopie!?

Veder zoticamente ridotto il mio lavoro ad un “non ti basta il fatto di pubblicare per noi?! O di pubblicare in generale?!”, ed il compenso per il mio lavoro ridotto ad una mancia da liceale che fa la baby-sitter è davvero troppo pur ammettendo che non è per i soldi che ho scelto questo mestiere!

Alla faccia della franchezza!Sapete che vi dico?

Di andarvene……….a cambiare mestiere!
Perché lavorando così, come editori avrete sempre prodotti di mediocre qualità che avranno sempre basse aspettative di vendita se non per quella ristretta nicchia di collezionisti.

Una perdita di tempo ed energie per qualunque professionista ci lavori.
Un’ulteriore flop tra i folp.

Illustratore, una professione.
Uno stile di vita.
Spesso una vita.

sul dizionario ci trovate così descritti:
chi disegna le illustrazioni per un testo, per una pubblicazione.

Vorrei precisare che non c’è scritto che lavoriamo a gratis!

Vorrei precisare che anche se non c’è scritto a caratteri cubitali "E’ UN MESIERE", lo è!

“Dio fece la luce ma non disse che dovevamo pagarla” (Come diceva Giobbe covatta) , eppure la pagate tutti quanti o ve la tagliano! ;P

Forse questa gente a pensarci bene non conosce il lato oscuro del lavoro di illustratore:

Lavorare indifferentemente a qualsiasi orario del giorno o della notte,
Rinunciare spesso alla propria vita privata, agli amici, alle uscite,
Lavorare fino a che le mani e gli occhi non ti fanno male per rispettare i termini di consegna o aggiungere correzioni dell’editore all’ultimo momento,

Fare le 5 del mattino col tuo ragazzo pur di inviare in tempo l'illustrazione finita quando dovete alzarvi 2 ore dopo per andare in fiera a Treviso quando abiti a Pavia, per promuovere il libro assieme al Team Editoriale!
- ogni riferimento a cose, fatti e persone e puramente voluto! ;) (dio quanti caffè poi e quante gaffe!lol menomale che siamo pazzi e ci riusciamo a divertire in ogni condizione anche la più estrema!) ;P

Lavorare duro, spesso in solitudine e che abbiate o meno l’ispirazione,
Spararsi litri di caffè per non addormentaarsi davanti al Pc
(e c'è chi riesce ad addormentarcisi lo stesso!vero Simo!lol ;D)

Ossessionarsi di lavoro finchè non trovi l'immagine giusta fino a odiare quel concept,
Cercare di dare sempre il meglio in ogni cosa,
Cercare di capire cosa diavolo vuole da te l'Art Director o l'Editore,

Non smettere mai di mettersi in gioco
e rischiare sempre cercando sempre di sfidare i propri limiti
ma soprattutto di superarli.

Forse questa gente a pensarci bene conosce solo il lato in luce del lavoro di illustratore, quello che vedrebbe chiunque, che sia del settore o meno, ovvero:

i colori, le forme,
gli errori di distrazione (e forse manco quelli!)

vede i risultati ma senza vederne il sudore, quello che sta dietro ad una buona illustrazione, alla buona mano ed al professionista sia esso decennale, biennale o al suo primo giorno di lavoro.

Forse questa gente a pensarci bene…non conosce il lavoro di illustratore.

Per fortuna gli editori non sono tutti così, ma andate a dirlo ad ogni diavolo che ho per ricciolo, oggi!



Non mi resta che gurdare oltre, come corto maltese, l'orizzonte.

giovedì 22 febbraio 2007

Olistica

Olismo....la parola, insieme all'aggettivo "olistico", è stata coniata negli anni Venti da Jan Smuts. Secondo l'Oxford English Dictionary, Smuts ha definito l'olismo come "la tendenza, in natura, a formare interi che sono più grandi della somma delle parti, attraverso l'evoluzione creativa".


Si dice che la posizione filosofica dell'Olismo (dal greco "holon", cioè tutto) è basata sull'idea che le proprietà di un sistema non possano essere spiegate esclusivamente tramite le sue componenti.


Questo in qualche modo mi riporta ad un fenomeno sottile (ma che fa la differenza) presente nell'illustrazione, il fumetto, l'arte..come credo in fine in qualsiasi lavoro in cui venga impiegato l'ingegno...

"Le proprietà di una espressione artistica (illustrazioni, quadri, fumetti e annessi) non pssono essere spiegate ne espresse esclusivamente mediante le sue componenti, le sue tecniche."


No, non basta avere una buona tecnica.Non basta avere un buon disegno.

Ne una buona conoscenza della cultura artistica ed anatomica.Ne dei pesi grafici o cromatici in una immagine.

Ne conoscere a memoria "Nvariabili" di composizioni.


In un dipinto, illustrazione o disegno che sia, se sommiamo queste cose ci accorgiamo che al totale maca qualcosa che nell'insieme c'è ed è ben percettibile per quanto sfuggevole.
C'è molto di più della semplice esecuzione commissione di un tema.C'è l'anima, lo spirito e la mente di chi lo ha realizzato.


E' per questo che vedi perfettamente quando un soggetto non è appropriato a quell'autore (beh, non proprio tutti ci riescono di fatti è un vero problema quando i direttori artistici non hanno questa "proprietà di lettura").Non perchè l'artista non sia bravo, portato o tecnicamente preparato...è perchè il soggetto non gli appartiene, non gli dà modo di esprimere la sua sfera interiore, manca del suo per dirlo in parole povere, quel suo che rende l'immagine unica ed efficace.


Avete mai visto gli schizzi di Alan Lee degli studi per il Signore degli Anelli?
al di là del fatto che lui sia un grande artista ed un gran maestro, è suo quel mondo, quei soggetti.

Qualcosa di loro appartengono a lui e qualcosa di lui a loro.


Privi di questo spirito ogni illustrazione o fumetto sono vuoti pur se ben eseguiti per la commissione del concept formulato dall'editore o dall'Art Director.


Questo è il mostro contro cui noi autori, noi artisti ci fronteggiamo ogni volta.

martedì 20 febbraio 2007

MOSTRI E PERLE...ricordi d'autore


Sfogliavo proprio oggi un manuale di Rolemaster (il base) e mi si è palesato per l'ennesima volta quanto (questo indipendentemente che poi che l'illustrazione risulti bella o efficace a occhi inesperti o semi esperti) per alcuni disegnatori disegnare un "mostro" o una "creatura mostruosa", equivalga sempre più a distorcere e stravolgere la figura umana/animale o creare forme inverosimili.

Questa affermazione di per se potrebbe anche essere valida se non fosse che spesso comunque in questo passaggio di distorsione o "mostruosizzazione" non rispettano più l'anatomia.
Certi muscoli non esistono più improvvisamente (ne ho davanti agli occhi uno in cui su una gamba abbiamo dei muscoli che sull'altra non ci sono, ma questa credo si chiama "esperienza che ancora manca" al disegnatore ed all'art director sopratutto, ma infondo nulla di irrecuperabile in genere...peccato però l'amaro che lasciano in bocca questi disegni mentre sfogli per altri versi un buon libro -errori di traduzione a parte-) oppure in altre in cui certi muscoli per magia si creano poi dove non ci sono ossa a sostenerli!

..a tal proposito mi viene alla mente una considerazione...

Sapete, Boris Vallejio non mi conosce (nulla di strano direte voi a ragion veduta ma abbiate pazienza e proseguite a leggere la frase acidi che non siete altro!;P), ne io ho mai avuto l'onore di conoscrlo, ma con una sola frase , che lessi molti anni fa su un suo libro, mi aprì le porte al reale e migliore approccio che si possa avere in questo lavoro :"perchè ciò che raffigurate possa sembrare realistico, verosimile, accompagnato da quella tipica espressione di stupore che fa apparire quasi reale una creatura fantastica, dovete partire proprio dal reale e plasmarlo affinchè possiate dare vita all'irreale, al fantastico" e per questo e tutto quello che ha portato con se questa apparentemente semplice (forse contorta) frase, gliene sarò sempre grata, anche se lui forse non lo saprà mai.

Ciruelo, che solo qualche anno fa non pensavo mai ne di conoscere, ne tantomeno di divenirne in rapporti di amicizia convention permettendo, qualche anno dopo mi ribadì lo stesso concetto e mi sottolineò come tutto avesse origine da ciò che ci circonda e da ciò che vedono i nostri occhi, che, quasi contemporaneamente dicemmo : "non necessariamente sono la stessa cosa, anzi molto spesso proprio non è così e sta proprio qui la peculiarità di ogni artista!".

Perchè è proprio così, l'immagine di ciò che ci circonda, per noi artisti a volte è come stare sdraiati sul prato e trovare le forme delle nuvole (e come ogni prato che si rispetti ha le sue insidie ed i suoi terreni come dire sdrucciolevoli come i ricodrini dei cani i cui padroni non si portano il sacchetto dietro!!).

In metropolitana davanti al volto di un uomo anziano un pò rugoso ma ancora bello, prestante e muscoloso tu puoi non farci nemmeno caso nella folla io invece ne vengo catturata e ci vedo il volto di un sagggio o di un vecchio celta e cercarco di carpirne i lienamenti fisiognomici di forza per poi riprodurlo quando il soggetto mi occorrerà, per dirne una semplice, semplice.

Oppure come qualche settimana fa quando tra la legna per il camino una radice di un albero si è rivelato un ottimo spunto per ritrarre un ucorno di Tolkien!(più avanti posto le foto della scultura a cui sto lavorando e degli annessi disegni che mi ha ispirato!)

Insomma, come il velo davanti ai nostri occhi (quando lo decide lui) possa all'improvviso schiudersi e allora all'improvviso il nodi di un albero, divenire l'occhio di un Ent, un vicino di posto in metropolitana dai lineamenti spigolosi ma minuti divenire un goblin e quella campanula che dondola per un alito di vento improvviso, il cappello lasciato da un folletto in fuga, non saprò mai spiegarlo, credo..come vediamo il mondo, come facciamo a rielaborare e plasmare quel che vediamo per creare qualcosa che realmente non esiste, ma che è un'idea reale e viva di un autore o nostra, un'idea la cui prima immagine rimarrà sempre intangibile nella mente dell'autore ma che noi cerchiamo di far si che chiunque possa anch'esso scorgerla....credo non saprò mai spiegarlo, ma forse questa è una nuova sfida che sto accingendomi a raccogliere proprio con questo blog.

Forse è proprio per questo motivo che per alcuni disegnatori, disegnare un "mostro" o una "creatura mostruosa", equivale a distorcere e stravolgere la figura umana/animale o creare forme inverosimili dimenticandosi della loro realisticità, perchè per loro quel velo forse non si è ancora schiuso, perchè forse per loro non sono abbastanza reali, palpabili quelle idee..


P.S.
hei, detto questo, (queste perle che sembrano di saggezza ma sono pura esperienza e nulla più), non crediate che ti o ci renda immune/i dall'aver altro da imparare, dal commettere errori o dal non riuscire ad esprimere graficamente un'idea proprio come la si pensa!!!
La sfida più grande è sempre una tra le tante: riuscire a renedere la mano l'estensione della propria mente, delle proprie idee e di quelle altrui!

Alla prossima
Fenice

mercoledì 14 febbraio 2007

"Disegni?Si, ok, ma che lavoro fai?"






Cominciamo con un pezzo che fa tanto ridere a pensarci bene e non passa mai di moda (putroppo):



"disegni?Si, ok, ma che lavoro fai?"



Smiley ....credo mi si stia alzando la pressione...


Si, non è un'errore, perchè per tanti è difficile riuscire ad immaginarsi che creare dipinti per l'editoria (di qualsiasi settore essa sia) possa essere una fatica tale da meritare un compenso o che sia qualcosa che si impara seriamente e con non poco sudore e disciplina.

Molti credono, ancora, che ci basti toccare il foglio per creare un'opera d'arte!

O che "ci nasciamo con questo dono" (come i mutanti, see!Magari ci chiederanno di "provare a non essere artisti", giusto per continuare la citazione!)

Che siamo dei "diversi", dei pazzi che vivono su un'altro pianeta (su questo gli devo dare atto in qualche modo...si,perfortuna a essere diversi da certa gente annichilita e vuota!)

Cercare sempre e comunque nuovi stimoli, imput e conoscenze.
Liberare la mente e sviluppare la capacità d'apprendimento affinchè tutto possa divenire fonte inesauribile d'ispirazione, anche il più banale oggetto, romanzo, poesia, film o frase detta per caso ma che rielaborata sa divenire fonte per immagini fantastiche ed oniriche...(macchè, certi non sanno manco se quel che dico ha un senso!)

Perplessità?
Stupore?

Naaah, tutte reazioni demodè amici miei, qui c'è da rimanerci secchi e lividi di rabbia!

Qualche giorno fa poi, proprio sono saltata di soprassalto sulla sedia quando un conoscente sul posto del mio 2°Lavoro mi rivede dopo tempo e mi chiede con fare brillante e simpatico:
"e coi disegnini come va?"

Coi disegnini?!
DISEGNINI!?!
Che?!
"A'bello co sti disegnini io ce mangio!" Smiley

Ma se non la volessimo mettere sul piano puramente economico?
(e diciamolo non è la motivazione che ti spinge ad intraprendere questa carriera dato che per fare un esempio solo un pennello di buona, ma non eccelsa fattura, di pelo martora, sottile pressappoco come un paio di capelli lunghi un tre millimetri, costa 50€!!!)

Mi sarei fatta 8 anni di studi artistici (che tutt'ora proseguo per i fatti miei come ogni buon illustratore), scuole, musei e sacrifici per studiare le tecniche dei "disegnini" di Leonardo, Caravaggio o i più moderni Magritte, De chirico, Dalì o Frazetta, Alan Lee o Ciruelo?!
No ma dico stiamo scherzando?!

Cosa ho risposto a sto tizio?
Nulla ovviamente.Che gli volete dire!?
Gli è bastata la mia risposta "Bene, un'altro editore mi ha commissionato dei lavori.Sai è bello quando le tue passioni e le tue aspirazioni si realizzano e ti ci fanno pure guadagnare su, tu come vai nell'ufficio dei servizi "tutto fare" generali della ditta pinco pallo?!" (peccato non poter aver agginunto: "e le tue aspirazioni?dove le hai lasciate?nel casseto assieme ai sogni ad ammuffire come sempre!?") ;P

L'ignoranza, italiana in questo caso...che accetta i pittori solo se gli d'ha in pasto "arte moderna" che non riesce a capire (non per altro perchè si evolve spesso come caotica espressione libera slegata da preconcetti ma più legata ad interpretazioni posteriori...ho visto qualche anno fa ad una esposizione e conferenza di Enric Battut un critico d'arte ricollegare l'arte cromatica e storica di Pompei con una illustrazione per l'infanzia di Battut....meglio no comment dunque su cosa sono capaci di addurre a posteriori su un'opera, nel bene e nel male!) o che accetta Fumettisti o Illustratori solo dopo che diventano ultrafamosi all'estero, che muoiono o che disegnano donnine nude (Ciao Manara!non credere, ti adoro!ma...ogni tanto cambia volto alle tue donnine, diamine!).

E poi dicono che i geni italiani se ne vanno all'estero!
Ma che andarsene,qui ci cacciano!

L'editoria italiana...
questa dea alata bendata (e pure sorda secondo me) che ha accettato affermatissimi illustratori, coloristi e fumettisti come Barbara Canepa e Alesandro Barbucci (link) solo dopo che la Francia li ha accolti a braccia aperte e pubblicati (così mi raccontava anni fa Barbara) o che per accettare di pubblicare un libro illustrato o un fumetto ti dicono che accettano ma la prima publicazione te la devi pagare tutta tu perchè per loro è troppo rischioso!
Per loro!?
Ah, perchè per noi no,è vero, dimenticavo!!che sbadata!


E poi dicono che non abbiamo voglia di lavorare o che nessuno fa nulla per arricchire l'economia ed il prestigio dell'Italia!Già ma i film natalizi supersteriotipati (ricalcanti i ben migliori della vecchia scuola De sica o Totò) alla Boldi invece si, vero!?!

Bah, sarà che ci mettono spesso i bastoni non tra le ruolte ma tra capo e collo!
Io mi ritengo fino ad ora mooolto fortunata per aver lavorato sempre in progetti italiani poi esportati anche all'estero, ma sono una "miracolata" per molti, credetemi.

Ma come disse il temperino alla matita: "è un duro lavoro ma qualcuno dovrà pur farlo"




Ah, dimenticavo...della cosa dei "disegnini" andatelo a dire al premio Oscar Alan Lee!
(link) Smiley


...alla prossima, gente!

bye bye


Fenice