giovedì 29 marzo 2007

L'acquarello secondo Griffa

Dopo anni riprendo in mano gli acquarelli e mi chiedo perchè li abbia accantonati!
Lunga come tecnica se usata alla maniera realistica, è vero, ma che goduria pacifica tornare ad attendere che i colori si asciughino e nel mentre contemplare quegli oceani di acque colorate che si incontrano e pian piano si sposano o quelle semplici piccole e poche gocce che tutto della tridimensionalità sanno far intuire!

A tal proposito ho una frase, che è quasi poesia, di Giorgio Maria Griffa, uno dei più grandi moderni maestri italiani di acquarello da recuperare dal cassetto e qui riporre come un piccolo tesoro in uno scrigno comune...

"L'acquarello, come una rotta, si muove costantemente, sente il vento, l'onda lunga o corta del pennello, le gocce o gli spruzzi. Sfugge e sbandase non lo trattieni e affonda inun bicchier d'acqua se non lo rassereni con manovre calme ma decise e, in fretta, trasformando, col pennello, le fallein oblò chiusi."



Nessun commento: